Bilancio di un pontificato: Benedetto XVI (2005-2013)

(intervista pubblicata su Ideaitalia XVII [2013/1] p. 6)

Attenuata la sorpresa dell’annuncio delle dimissioni di Benedetto XVI e in attesa di un nuovo conclave che eleggerà il nuovo Pontefice romano, sembra un tempo propizio per tracciare un bilancio del pontificato di Joseph Ratzinger. Ne abbiamo parlato con Leonardo De Chirico, teologo evangelico italiano e partecipante al dialogo tra l’Alleanza Evangelica Mondiale ed il Pontificio Consiglio per l’Unità dei Cristiani.

All’inizio del suo pontificato, molti evangelici hanno salutato l’elezione di Ratzinger come un passaggio dal papato tomista e mariano di Giovanni Paolo II ad un papato agostiniano e cristocentrico …

In realtà, il copione del papato di Benedetto XVI è stato lo stesso di quello di Giovanni Paolo II, con qualche variazione ininfluente. La dinamica del cattolicesimo fa sì che gli interpreti possono accentuare un aspetto o l’altro, ma lo spartito non cambia. Nessun aspetto della devozione cattolica è diminuito, né si sono affermate nuove pratiche evangeliche.

Però negli ultimi anni ha scritto tre libri su Gesù …

La sua lettura delle storie evangeliche voleva andare oltre lo scetticismo dell’esegesi liberale, ma è restata dentro l’interpretazione sacramentalista cattolica. A leggere questi libri, pare che Gesù sia stato un prete che dice messa in ogni pagina. In ogni caso, ben venga il tentativo di superare l’analfabetismo biblico.

Uno dei temi del pontificato è stato la critica al “relativismo morale” del nostro tempo. Su questo il papa si è spesso scontrato con la cultura laica.

Bisogna dargli atto di non aver inseguito le mode del “politicamente corretto”. Sui temi dell’etica della vita, però, prima da teologo e poi da papa, ha irrigidito la posizione cattolica fino a farla diventare una sorta di “biolatria”, un’esaltazione del bios a sé stante. Gli idoli della cultura laica non si combattono con altri idoli, ma con un pensiero che non assolutizza nessun dato di realtà e tiene in considerazione tutto, responsabilizzando le persone.

Papa Ratzinger ha parlato spesso dei cristiani come di una “minoranza creativa” composta da persone che credono …

Sì, è vero, ma non c’è stato nessun cambiamento ecclesiologico, né di atteggiamento della Chiesa cattolica rispetto alle posizioni di rendita del passato. Il Papa parlava di “minoranza”, ma la Chiesa che ha governato per otto anni non ha smesso di pensarsi come interprete dell’umanità di tutti e rappresentante del sentimento profondo dei popoli. In concreto, ciò ha significato che i privilegi della chiesa-stato sono rimasti intatti.  Se si parla in modo coerente di “minoranza”, bisogna trarre delle conseguenze concrete, altrimenti rischia di essere solo retorica.

Poi c’è il tema della Nuova Evangelizzazione. Ratzinger l’ha lanciata come programma per i prossimi anni.

Benedetto XVI ha preso atto che la crisi religiosa dell’Occidente attanaglia anche la Chiesa di Roma. Eppure il problema della Nuova Evangelizzazione nasce col Vaticano II. Lì la Chiesa cattolica si è pensata come “madre” di tutti gli uomini. L’adesione, il credo, la pratica, ecc. sono state messe in secondo piano e le chiese si sono svuotate. Ora, si vuole ricorrere ai ripari con la Nuova Evangelizzazione. Ma questo cambiamento è accompagnato da un’autocritica ecclesiologica? Temo di no.

Venendo più a temi vaticani, la “barca di Pietro” è stata recentemente scossa da venti impetuosi …

Sì, e per lo più da temporali interni al Vaticano. Lo scandalo pedofilia, i Vatileaks, gli scontri sullo IOR, il clima di contrapposizione interno alla curia, ecc. hanno mostrato quanto distante sia la realtà concreta della chiesa dall’idea di essere “indefettibile”. Questa insanabile tensione ha sfibrato anche la tenacia di un “duro” come Benedetto XVI.

Cosa cambia con le dimissioni del papa? E’ da secoli che non accade …

Il Vaticano I (1870) ha “divinizzato” la figura del papa accentuando il carattere infallibile del suo ufficio. Il gesto di Ratzinger lo “umanizza”, lo fa tornare coi piedi per terra, quasi fosse un incarico simile a tutti gli incarichi umani, che sono a tempo. La speranza è che le dimissioni aprano una riflessione sul papato: è un ufficio divino? E, ancor più radicalmente, è biblico?

Infine, torniamo al rapporto con gli evangelici. Cosa è cambiato con il pontificato di Benedetto XVI?

A livello mondiale, gli evangelici hanno subìto il fascino di Papa Ratzinger: apparentemente deciso, critico del liberalismo, su posizioni rigidamente pro-vita. Eppure, nella sua famosa conferenza a Ratisbona del 2006, Benedetto XVI ha dichiarato il “sola Scriptura” come una delle degenerazioni della fede. In più, ha più volte parlato degli evangelici come di “sètte”, gruppi tanto fluidi quanto tendenzialmente pericolosi. Senza nutrire ostilità di sorta, gli evangelici devono tenere alta la guardia e continuare a testimoniare l’evangelo, a tempo e fuor di tempo.

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